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Dopo la richiesta degli Stati Uniti, il Giappone non riconosce lo Stato palestinese

Fonti governative hanno riferito che il Giappone sta finalizzando i piani per non riconoscere per il momento la Palestina come stato sovrano, in seguito alle mosse degli Stati Uniti, stretto alleato di Israele.

La decisione nasce dal timore che tale riconoscimento possa avere ripercussioni negative sulla situazione in Medio Oriente, nonché sulle relazioni del Giappone con gli Stati Uniti, hanno affermato le fonti.

Non è prevista la partecipazione del primo ministro Shigeru Ishiba alla conferenza internazionale guidata dalle Nazioni Unite, prevista per il 22 settembre a New York per discutere la soluzione dei due stati, una visione di coesistenza pacifica per Israele e Palestina come nazioni sovrane indipendenti.

Ad oggi, circa 150 paesi hanno riconosciuto la Palestina come Stato sovrano.

A luglio, mentre Israele continuava ad attaccare la Striscia di Gaza e la crisi umanitaria nel territorio palestinese si aggravava, la Francia ha annunciato la sua intenzione di riconoscere la Palestina come Stato sovrano durante la riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre.

La Gran Bretagna e altri Paesi hanno seguito l'esempio con annunci simili.

Il Giappone ha ponderato la sua risposta.

Tuttavia, alcuni funzionari governativi hanno espresso dubbi sul fatto che il riconoscimento della Palestina in questo momento possa contribuire alla soluzione dei due stati, sottolineando che potrebbe irrigidire ulteriormente la posizione di Israele.

Inoltre, l'amministrazione Trump, che ha mantenuto una posizione filo-israeliana, si oppone al riconoscimento dello Stato palestinese. Washington ha espresso la sua contrarietà al Giappone su questo tema, secondo fonti governative.

La conferenza internazionale coinciderà con la "Settimana di alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite" presso la sede delle Nazioni Unite, che riunirà i leader mondiali.