L'estrazione dei detriti di combustibile nucleare da Fukushima inizierà il 22 agosto
L'operatore della centrale nucleare di Fukushima ha annunciato l'intenzione di iniziare giovedì un test per recuperare i detriti contenenti combustibile nucleare fuso da uno dei suoi tre reattori colpiti dalla fusione.
Tokyo Electric Power Company Holdings Inc. ha dichiarato lunedì che prevede di recuperare alcuni grammi di detriti dall'Unità n. 2 nel suo primo tentativo, con l'intenzione di espandere gradualmente il processo all'Unità n. 3, dove è prevista l'eliminazione su larga scala per il primi anni 2030.
La rimozione dei detriti radioattivi è considerata uno dei compiti più difficili nello smantellamento della centrale di Fukushima Daiichi, i cui reattori sono stati gravemente danneggiati dopo la perdita delle funzioni di raffreddamento a seguito di un terremoto e di un enorme tsunami verificatisi nel 2011 nel nord-est del Giappone.
Non è ancora chiaro come rimuovere le circa 880 tonnellate di detriti dai reattori n. 1, 2 e 3, che hanno subito fusioni, né dove immagazzinare i detriti recuperati fino al loro smaltimento.
TEPCO prevede di raccogliere fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel serbatoio di contenimento primario.
Poiché i detriti emettono forti radiazioni, il dispositivo di recupero sarà protetto dalla struttura di collegamento e da una valvola di isolamento.
Secondo l'azienda, occorrerebbe circa una settimana affinché il dispositivo raggiunga i detriti e circa due settimane per completare l'operazione di recupero.
Se il livello di radiazioni dei detriti supera i 24 millisievert all'ora, i detriti verranno restituiti alla nave di contenimento per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori, ha affermato TEPCO.
L’Autorità di regolamentazione nucleare ha approvato il dispositivo venerdì, aprendo la strada all’inizio dei test di recupero.
TEPCO aveva inizialmente pianificato di iniziare il recupero dei detriti dall’Unità n. 2 nel 2021, ma da allora lo ha rinviato tre volte a causa della pandemia di coronavirus e di difficoltà tecniche.