Il Giappone prevede di monitorare i metadati per difendersi dagli attacchi informatici preventivi
Il governo giapponese sta valutando la possibilità di consentire la sorveglianza in tempo di pace dei metadati privati in modo da non identificare direttamente gli individui, nel tentativo di rafforzare le sue difese preventive contro gli attacchi informatici, hanno detto domenica fonti governative.
Dati come i messaggi stessi non saranno in linea di principio soggetti a sorveglianza, a causa del timore che i piani per rafforzare la sorveglianza contro possibili attacchi informatici possano minare la privacy, hanno detto le fonti.
La Costituzione giapponese vieta la violazione della segretezza di qualsiasi mezzo di comunicazione.
Invece, il governo, in tempi normali, consentirebbe il monitoraggio delle modifiche alle informazioni come la quantità di metadati (dati di accompagnamento come la dimensione di un messaggio o la data di invio) e gli indirizzi IP che identificano i dispositivi sulle reti.
Le fonti hanno affermato che il governo ritiene che limitare le informazioni mirate ai metadati rientri nell'ambito di applicazione della legge.
Gli attacchi informatici vengono spesso sferrati tramite più dispositivi, per cui è utile monitorare regolarmente i cambiamenti nel traffico dati e gli orari di invio delle informazioni.
Il governo intende presentare non prima dell'autunno un disegno di legge in una sessione parlamentare speciale per rafforzare la "difesa informatica attiva" del Paese, in cui si osservano e rilevano segnali di attacchi informatici e, se necessario, si adottano misure preventive come l'interruzione dei server nemici con computer virus.
Il governo sta inoltre progettando di creare un quadro per ottenere i metadati detenuti dalle società di comunicazione nel paese.
La raccolta e la gestione dei metadati dovrebbero essere centralizzate all’interno di una nuova organizzazione che sarà progettata dal Centro nazionale per la preparazione agli incidenti e la strategia di sicurezza informatica del governo.