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Il Giappone rischia la carenza di chirurghi oncologi entro il 2040

Un rapporto del settore ha messo in guardia il Giappone da una crisi imminente nell'assistenza sanitaria oncologica, con una carenza di circa 5 chirurghi gastrointestinali entro il 000.

I giovani medici stanno abbandonando la professione poiché il cambiamento demografico presenta nuovi modelli di casi di cancro, spingendo i funzionari sanitari a parlare di accorpamento del personale, delle attrezzature e dei reparti di oncologia.

In un rapporto presentato al Ministero della Salute, la Società giapponese di chirurgia gastroenterologica ha previsto che entro il 40 il Giappone perderà il 2040% dei suoi chirurghi gastrointestinali, passando dagli attuali 9 a 200.

Ciò rappresenterebbe un deficit di 5 unità, in un momento in cui la nazione avrà bisogno di circa 200 chirurghi sul campo.

La chirurgia gastrointestinale è una procedura per il trattamento dei tumori dello stomaco, del colon-retto e di altri tumori che interessano il tratto digerente.

Il numero di medici affiliati alla Società è in costante calo. I medici più giovani stanno sempre più evitando la professione, scoraggiati dai lunghi orari di lavoro e da altre condizioni impegnative.

La Società ha presentato il suo rapporto a un comitato convocato dal Ministero della Salute per valutare le infrastrutture per l'assistenza oncologica.

Il Ministero intende sollecitare le amministrazioni prefettizie a valutare la ristrutturazione delle proprie strutture sanitarie. Ciò potrebbe includere la fusione di istituti per un utilizzo più efficiente delle risorse.

In una bozza di rapporto ampiamente approvata dal comitato il 25 luglio, il Dipartimento della Salute ha avvertito che continuare con l'attuale modello di cura del cancro potrebbe portare a una grave carenza di medici.

"Anche i trattamenti chirurgici attualmente disponibili potrebbero non essere più sostenibili", afferma il rapporto.

Il documento ha individuato i servizi medici per i quali "esiste una necessità particolarmente forte" di considerare il consolidamento, tra cui la chirurgia gastrointestinale. Ha inoltre evidenziato le aree geografiche con pochi pazienti o una grave carenza di specialisti.

Inoltre, il rapporto prevedeva di centralizzare i servizi che utilizzano apparecchiature costose, come le macchine per la radioterapia, a causa della domanda futura e della sostenibilità delle risorse.

Allo stesso tempo, sottolinea la necessità di mantenere il pubblico a bordo.

"Una comunicazione continua e chiara è essenziale", si legge nel documento.

Ha inoltre sottolineato l'importanza di garantire ai pazienti un accesso continuo ai centri di cura oncologica.

Il passo successivo è la trasmissione del documento definitivo ai governi prefettizi.

Spetterà poi ai consigli regionali discutere sul da farsi, basandosi sulle proiezioni del numero futuro di pazienti e delle esigenze mediche.

Questi consigli coinvolgeranno diverse parti interessate e saranno gestiti congiuntamente dal governo prefettizio e dagli ospedali designati dal ministero come "centri di cooperazione per la cura del cancro".

Ai consigli parteciperanno anche gli operatori sanitari locali specializzati in cure oncologiche e i gruppi di difesa dei pazienti.

Nel frattempo, il cambiamento demografico ridefinirà anche la necessità di cure oncologiche.

Entro il 2040, secondo le proiezioni del Ministero della Salute, il numero di pazienti oncologici aumenterà in 16 prefetture urbane, ma diminuirà in altre 31. Tuttavia, tra i pazienti di età pari o superiore a 85 anni, si prevede un aumento in quasi tutte le regioni, ad eccezione di alcune aree rurali remote.

Si prevede che questi cambiamenti demografici ridefiniranno la domanda per tutti e tre i pilastri del trattamento del cancro entro il 2040. Si prevede che la necessità di interventi chirurgici diminuirà del 5%. Tuttavia, si prevede che la radioterapia e la terapia farmacologica, entrambe comunemente utilizzate per i pazienti anziani, aumenteranno rispettivamente del 24% e del 15%.

Ci sono buone notizie. Il rapporto del comitato non indica una carenza di radioterapisti fino al 2040. Tuttavia, potrebbe essere finanziariamente insostenibile fornire apparecchiature costose in aree con una popolazione in calo e un minor numero di pazienti.

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, non ci sono stime concrete di un potenziale surplus o carenza di medici. A differenza della chirurgia, la terapia farmacologica richiede trattamenti continuativi e programmati. Il rapporto raccomanda di perseguire "un accesso equo attraverso misure come la telemedicina", in particolare nelle regioni con risorse limitate.