Il Giappone si dirige alle urne mentre il nuovo primo ministro guarda al nuovo mandato in mezzo allo scandalo finanziario
Le elezioni legislative in Giappone sono iniziate domenica, con il nuovo primo ministro Shigeru Ishiba in cerca di un nuovo mandato in un contesto di maggiore controllo sulla gestione dei fondi politici da parte del partito al governo.
Il Partito Liberal Democratico e il suo partner di coalizione, il Partito Komeito, mirano a mantenere la maggioranza nella Camera dei Rappresentanti composta da 465 membri, ma i sondaggi dei media indicano che si trovano ad affrontare difficoltà.
Nelle prime elezioni generali dal 2021, ogni elettore esprime due schede: una per scegliere un candidato in un collegio uninominale e l’altra per selezionare un partito con rappresentanza proporzionale. Lunedì mattina si dovrebbero conoscere i risultati definitivi delle elezioni.
Per i 1 seggi concorrono circa 300 candidati, di cui 465 nei collegi uninominali e 289 nel proporzionale.
Ishiba ha sciolto la Camera bassa il 9 ottobre, appena otto giorni dopo il suo insediamento, impegnandosi a ripristinare la fiducia del pubblico nella politica e a portare avanti iniziative politiche chiave.
Il 67enne primo ministro si è impegnato a dare priorità alla mitigazione dell’impatto negativo dell’inflazione sulle famiglie, al rafforzamento delle difese del Giappone contro le minacce alla sicurezza provenienti dai suoi vicini e al rafforzamento delle economie regionali e della resilienza ai disastri.
Tuttavia, negli ultimi giorni della campagna elettorale di 12 giorni, l'LDP ha dovuto affrontare una forte reazione negativa dopo che si è scoperto che aveva fornito 20 milioni di dollari (132 dollari) alle sezioni locali gestite dai suoi membri che non avevano assicurato la partecipazione ufficiale del partito alla corsa. . a causa di uno scandalo sui fondi neri.
Lo scandalo dei fondi politici ha continuato a tormentare l’LDP da quando è emerso alla fine del 2023, facendo precipitare il sostegno pubblico a livelli che alla fine hanno costretto il predecessore di Ishiba, Fumio Kishida, ad abbandonare la sua candidatura per la rielezione e a cedere il posto al presidente in carica.
Il principale partito di opposizione, il Partito Democratico Costituzionale del Giappone, è ansioso di realizzare un cambio di governo sfruttando il crescente malcontento nei confronti del LDP, che ha governato il Giappone per gran parte del dopoguerra.
Prima del recente scioglimento, la Camera bassa, la più potente, era controllata dal campo di governo, che aveva 288 seggi, ben al di sopra della linea di maggioranza di 233. Il solo LDP ne aveva 256, mentre il CDPJ ne aveva 98.
Affinché l'LDP raggiunga il suo obiettivo a lungo termine di modificare la Costituzione del paese, è essenziale una maggioranza di due terzi, ovvero 310 seggi, altrimenti nessuna proposta di revisione potrà essere lanciata prima di un referendum nazionale.