Standard delle Nazioni Unite per delineare il sistema giapponese degli agenti di sorveglianza volontari
Un nuovo standard delle Nazioni Unite ispirato al sistema di sorveglianza volontaria del Giappone è in fase di sviluppo, hanno detto domenica fonti governative, riflettendo il ruolo guida del Paese nella stesura del documento in un contesto di crescente interesse globale nella prevenzione della recidiva.
La bozza delle linee guida per ridurre la recidiva, che dovrebbe essere finalizzata entro la fine del mese in una riunione di esperti a Vienna, sarà sottoposta all'approvazione della Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Il Giappone punta alla loro adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite entro la fine dell’anno.
Il governo giapponese considera gli ufficiali di sorveglianza della comunità, conosciuti come “hogoshi”, come la chiave per riabilitare i delinquenti. In quanto funzionari volontari part-time, il loro ruolo è quello di agire come “vicini solidali” per i detenuti in libertà vigilata e in libertà vigilata conducendo interviste regolari, ascoltando le loro preoccupazioni e offrendo consigli. A partire da gennaio 2024, ci sono 46 agenti di questo tipo in Giappone.
Il Ministero della Giustizia giapponese ha anche aiutato altri paesi in Asia e Africa a introdurre il sistema, con un programma simile già in atto nelle Filippine.
Gli standard e le norme delle Nazioni Unite descrivono una serie di principi di base su temi specifici, fungendo da riferimento per lo sviluppo di politiche e leggi per gli Stati membri. Tra queste ci sono le Regole Nelson Mandela, che stabiliscono condizioni minime di detenzione e prendono il nome in onore del defunto presidente sudafricano, che trascorse 27 anni dietro le sbarre.
Secondo il ministero giapponese, prevenire la recidiva rimane una sfida importante per molti paesi.
Al Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione del crimine e la giustizia penale tenutosi a Kyoto nel marzo 2021, le misure del Giappone, compresi i partenariati pubblico-privato a sostegno degli ex detenuti, hanno ricevuto elogi dai paesi partecipanti.
Una dichiarazione adottata in un evento correlato ha evidenziato il “ruolo cruciale del sostegno della comunità e della comprensione pubblica nel promuovere la supervisione e la riabilitazione dei delinquenti”.
Secondo il ministero, il Giappone ha proposto la creazione di uno standard ONU pertinente e ha assunto il ruolo di coordinare i contributi di vari paesi.
Le linee guida, provvisoriamente intitolate "Strategia del modello di Kyoto", includono quasi 20 disposizioni, come il sostegno ai volontari nei programmi di riabilitazione, stabilendo che dovrebbero essere prese in considerazione le attività che promuovono i legami con le comunità locali impegnandosi con i delinquenti su un piano di parità, hanno detto fonti governative.
Il programma giapponese Citizen Probation Officer dovrebbe essere citato come esempio di successo. Le linee guida includeranno anche misure per prevenire la recidiva, come la collaborazione tra carceri e organizzazioni sociali e partenariati pubblico-privato per assumere ex detenuti, secondo le fonti.