Okinawa protesta contro il rifiuto del governo centrale di rivelare casi di crimini sessuali commessi da soldati americani
Mercoledì il governatore di Okinawa ha protestato con il governo centrale per non aver condiviso informazioni sui casi di militari statunitensi accusati di aver commesso crimini sessuali nella prefettura dell'isola meridionale del Giappone.
Durante un incontro con il ministro degli Esteri Yoko Kamikawa a Tokyo, il governatore di Okinawa Denny Tamaki ha definito un "problema estremamente serio" la mancata informazione da parte del suo ministero della prefettura dei casi successivamente rivelati dai media.
Kamikawa ha detto a Tamaki che il governo centrale stava chiedendo agli Stati Uniti di attuare contromisure rigorose per evitare il ripetersi dell'incidente, dicendo che era "piena di un intollerabile senso di gravità".
I casi includono un militare dell’aeronautica americana incriminato a marzo per presunto rapimento e violenza sessuale su un minore a dicembre e un marine americano arrestato a maggio con l’accusa di tentato stupro con conseguenti lesioni.
La polizia locale non ha rivelato i due incidenti, citando la necessità di proteggere la privacy delle vittime. Il Ministero degli Affari Esteri era a conoscenza di questi incidenti ma si è astenuto dal fornire tali informazioni alla Prefettura di Okinawa, tenendo conto della decisione della polizia.
I presunti crimini stessi e le pratiche del governo hanno riacceso la rabbia anti-base tra i residenti di Okinawa, dove si trova circa il 70% del territorio utilizzato esclusivamente dalle forze armate statunitensi in Giappone, anche dopo il suo ritorno sotto il controllo statunitense nel 1972, dopo la fine del mondo Seconda guerra mondiale nell'agosto 1945.
Oltre ai due casi, la polizia di Okinawa ha ammesso di non aver rivelato alla stampa altri tre episodi sessuali che hanno coinvolto personale militare americano, hanno riferito martedì fonti investigative.