Respinta la richiesta di incriminazione degli ex dirigenti della TEPCO per l'incidente di Fukushima

Respinta la richiesta di incriminazione degli ex dirigenti della TEPCO per l'incidente di Fukushima

La corte suprema del Giappone ha respinto un appello volto ad accusare penalmente tre ex dirigenti della Tokyo Electric Power Company Holdings Inc. per la loro presunta incapacità di prevenire il disastro nucleare di Fukushima del 2011.

La sentenza, datata mercoledì, conferma le sentenze dei tribunali di grado inferiore secondo cui i dirigenti non avrebbero potuto prevedere il gigantesco tsunami che ha innescato l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, assolvendo Ichiro Takekuro, 78 anni, e Sakae Muto, 74 anni, entrambi ex vicepresidenti dell'azienda.

Le accuse contro l'ex presidente della TEPCO, Tsunehisa Katsumata, sono state archiviate dopo la sua morte, avvenuta lo scorso ottobre all'età di 84 anni. Quasi 14 anni dopo il disastro, in cui i reattori da 1 a 3 subirono la fusione del nocciolo, il processo penale si concluse senza che nessuno fosse ritenuto responsabile.

Il processo ha esaminato se gli ex dirigenti avrebbero dovuto intervenire per prevenire l'incidente, poiché una valutazione governativa aveva previsto che onde alte fino a 15,7 metri avrebbero potuto colpire la centrale di Fukushima, e la TEPCO era stata informata di questa stima nel 2008.

Tuttavia, la Corte Suprema giapponese ha ritenuto che la valutazione non fosse sufficientemente affidabile per allertare le autorità sulla possibilità che uno tsunami di quella portata colpisse la centrale nucleare, confermando le precedenti sentenze del 2019 e del 2023.

Nel 2016 i tre ex dirigenti sono stati accusati di negligenza professionale, che ha causato morte e lesioni, e di non aver adottato misure di contrasto allo tsunami.