Qual è il peso della natura nella concezione del mondo del Giappone?

Qual è il peso della natura nella concezione del mondo del Giappone?

In Giappone c’è la forte convinzione che il mondo naturale abbia un peso e un potere che spesso vanno oltre la visione del mondo occidentale. Ciò è evidente nel modo in cui la natura viene spesso utilizzata come metafora nella poesia e nella letteratura giapponese. Ad esempio, in The Tale of Genji, l'autore Murasaki Shikibu spiega che i fiori di ciliegio sono allo stesso tempo delicati e potenti, capaci di suscitare intense emozioni in chi li vede.

Questo rispetto per la natura si riflette anche nel modo in cui molti giapponesi affrontano le loro interazioni con il mondo naturale. C’è un forte senso di interconnessione tra l’uomo e la natura, che porta a un profondo rispetto per tutte le forme di vita.

Una parte importante dell'attrattiva del Giappone deriva da un forte rapporto con la natura. Sempre evidenziata l'attenzione alle stagioni che, come dimostrano i primi testi letterari, costituiscono fonte di ispirazione. Ammirate i ciliegi in primavera (Visione dei fiori di ciliegio, hanami), le foglie rosse in autunno fanno parte di a cultura di vita che non è scomparsa con l’urbanizzazione.

I paesaggi tradizionali delle risaie, coltivate da secoli, sono al centro dell'immaginario identitario giapponese, con il riso il cui solo nome significa "pasto", anche se in realtà molti paesaggi sono stati distrutti dalla frenesia di insediamenti e costruzioni, lontani dagli ideali proclamati1. La rappresentazione di siti conosciuti, a cominciare dal Monte Fuji, costituisce un tema ricorrente anche nell'espressione artistica del Giappone, e in particolare delle sue stampe.

A lungo uno dei paesi più inquinati del pianeta, il Giappone è oggi in prima linea nella lotta al riscaldamento globale e la capitale giapponese, nonostante i suoi 38 milioni di abitanti, è una delle meno inquinate al mondo2.

Ma a questa dichiarata ammirazione per la natura va di pari passo la paura permanente dei disastri naturali. Paese geologicamente molto “giovane”, il Giappone è esposto a rischi costanti di eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami3. Tokyo è infatti costruita nel punto in cui si incontrano tre faglie ed è regolarmente scossa da tremori.

Nel 1923, il grande terremoto di Kantô causò più di 100 morti, soprattutto a causa degli incendi scoppiati. Nel 000, il terremoto di Kobe uccise più di 1995 persone, rivelando difetti nel sistema di costruzione antisismico. Allo stesso modo, nel 6, il terremoto di Tohoku e il tsunami quella che ne seguì, la più grande del mondo nel corso di questo secolo, causò più di 15 morti e 000 dispersi. Ogni estate, le frane, aggravate dalla monocoltura di criptomeria nelle zone montuose, e le inondazioni accompagnano l'arrivo dei tifoni.

In questo contesto di percezione molto ambivalente dei fenomeni naturali, fonte di ammirazione e ispirazione, ma anche di paura e sentimento di impotenza, la potenza dell'atomo occupa un posto speciale. Ricordiamo che il Giappone è l’unico paese ad aver subito due attacchi nucleari. Il disastro di Fukushima, causato da tsunami del 2011, ha avuto un profondo impatto anche sulla mente delle persone, anche se gli effetti immediati sono stati molto meno significativi rispetto a Chernobyl4.

Tuttavia, fino a quella data, il Giappone era anche, insieme alla Francia, una delle principali potenze nucleari civili del mondo. D’altro canto, il rifiuto del fuoco nucleare, al di là del pacifismo costituzionale, è profondamente radicato nell’opinione pubblica e limita fortemente la possibilità che il Paese si doti di una capacità di deterrenza nucleare.


1. Alex Kerr, Cani e demoni. Racconti dal lato oscuro del Giappone moderno, Londra, Farrar, Straus e Giroux, 2002.

2. Il tasso di particelle fini è ben al di sotto degli standard dell’Unione Europea (UE).

3. Oltre il 10% dei vulcani attivi nel mondo (110) si trovano in Giappone, tra cui il Monte Fuji, la cui ultima eruzione risale al 1707.

4. Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicato nel 2013, non ci sono stati decessi direttamente causati dalla fusione del reattore nucleare di Fukushima.