Giappone e Stati Uniti ancora lontani dall'accordo sui dazi dopo il vertice Ishiba-Trump
Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno fatto pochi progressi nel colmare le lacune sui dazi durante il loro vertice di lunedì, mettendo in dubbio la prospettiva di un accordo rapido ma "reciprocamente vantaggioso" in grado di proteggere l'importantissimo settore automobilistico giapponese.
Dopo aver incontrato Trump per 30 minuti nelle Montagne Rocciose canadesi, Ishiba ha affermato che qualsiasi potenziale accordo dovrà tutelare gli interessi sia del Giappone che degli Stati Uniti e che i colloqui ministeriali bilaterali continueranno a spingere per raggiungere tale accordo.
L'incontro, tenutosi a margine del vertice dei leader del G7 a Kananaskis, ha offerto un assaggio delle difficoltà che gli alleati di lunga data incontrano nell'incontrarsi a metà strada tra l'imposizione da parte di Trump di tariffe su tutto, dalle automobili e componenti per auto all'acciaio e all'alluminio, sollevando preoccupazioni circa l'economia giapponese trainata dalle esportazioni.
Mentre gli Stati Uniti hanno concesso al Giappone e ad altri paesi una sospensione di 90 giorni da quelli che definiscono dazi "reciproci", Ishiba non ha detto se lui e Trump abbiano discusso la possibilità di una proroga, dopo che Washington ha suggerito che la pausa potrebbe essere estesa per i partner commerciali impegnati in negoziati "in buona fede".
"Non abbiamo ancora raggiunto un accordo sul pacchetto completo perché siamo ancora divisi su alcuni aspetti", ha detto Ishiba ai giornalisti dopo quelli che ha definito colloqui "franchi" con Trump.
Tra i crescenti dazi all'importazione, un dazio del 25% sulle automobili è considerato un punto chiave. Il settore automobilistico costituisce la spina dorsale dell'economia giapponese e gli Stati Uniti rappresentano un mercato cruciale per Toyota Motor Corp.
Tuttavia, nel corso degli anni, le case automobilistiche giapponesi hanno aumentato gli investimenti e la produzione negli Stati Uniti, un punto che la parte giapponese ha cercato di far capire a Trump.
Attraverso una serie di negoziati ministeriali, il Giappone ha esortato gli Stati Uniti a riconsiderare la politica tariffaria, attuata per correggere quello che Trump considera uno squilibrio commerciale.
Dopo il secondo incontro faccia a faccia con Ishiba, Trump ha dichiarato ai giornalisti di stare "bene", senza però fornire ulteriori dettagli.
Trump, il cui ricorso ai dazi simboleggia il suo programma "America First", aveva indicato che potrebbero esserci "nuovi accordi commerciali" a tal fine. Ma non ha specificato se questi potrebbero includere anche uno con il Giappone.
A dimostrazione dell'importanza che entrambi i leader attribuiscono alle relazioni bilaterali, Ishiba e Trump si sono parlati al telefono quattro volte dal loro primo incontro, mentre proseguivano i negoziati tariffari guidati dai rispettivi ministri.
Trump, noto per la sua imprevedibilità, ha di fatto approvato l'acquisizione della United States Steel Corp. da parte della Nippon Steel Corp., in una svolta epocale degli eventi, pochi giorni prima dell'incontro di due giorni del G7 a Kananaskis.