L'Alta Corte del Giappone dichiara incostituzionale il rifiuto del matrimonio tra persone dello stesso sesso
Venerdì l'Alta Corte di Nagoya è diventata la quarta corte superiore in Giappone a stabilire che il mancato riconoscimento legale del matrimonio tra persone dello stesso sesso nel Paese è incostituzionale, ma ha confermato la sentenza di un tribunale di grado inferiore che respingeva una richiesta di risarcimento danni presentata dai querelanti.
La Corte ha ritenuto che il divieto di matrimonio viola le sezioni della Costituzione che garantiscono l'uguaglianza davanti alla legge e sostengono la dignità individuale e l'uguaglianza essenziale dei sessi.
Le attuali disposizioni del diritto civile prevedono "un trattamento legale discriminatorio basato sull'orientamento sessuale che non ha alcuna base razionale", ha affermato il giudice presidente Nobuhiro Katada.
La sentenza della corte centrale giapponese segue decisioni simili emesse dalle corti superiori di Sapporo, Tokyo e Fukuoka in una serie di cause legali intentate in tutto il Giappone.
La coppia di trentenni della prefettura di Aichi aveva chiesto allo Stato un risarcimento danni di 1 milione di yen (6 dollari) a testa.
L'ultima sentenza è stata emessa dopo che nel 2023 il tribunale distrettuale di Nagoya aveva stabilito che un divieto effettivo di matrimonio tra persone dello stesso sesso viola la Costituzione, senza tuttavia riconoscere che il legislatore non era intervenuto.
Le disposizioni del diritto civile e della registrazione della famiglia in Giappone si basano sul matrimonio tra un uomo e una donna e i privilegi che derivano dal matrimonio, tra cui i diritti ereditari, i benefici fiscali e l'affidamento congiunto dei figli, sono concessi solo alle coppie eterosessuali.
Il Giappone resta l'unico gruppo di sette paesi industrializzati che non ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso o le unioni civili, nonostante le pressioni della comunità LGBT e dei suoi sostenitori.
In totale, sono state presentate sei cause legali per contestare la mancanza di riconoscimento legale del matrimonio tra persone dello stesso sesso presso cinque tribunali distrettuali in tutto il paese, con una sentenza che la considera costituzionale, due che la considerano incostituzionale e tre che la considerano "in uno stato di incostituzionalità", un termine visto come un invito al regime ad affrontare l'incoerenza della legge con la Costituzione.