L'IPC giapponese è cresciuto del 2,9% in ottobre e i prezzi dei servizi hanno registrato l'aumento più rapido degli ultimi 30 anni

La BoJ intende mantenere l’allentamento monetario con l’accento sulla fine dei tassi negativi

Si prevede che la Banca del Giappone manterrà i tassi di interesse estremamente bassi durante una riunione politica di due giorni che inizierà lunedì, con i membri del consiglio che valuteranno se il ciclo di aumento dei prezzi e dei salari è sulla buona strada per raggiungere in modo sostenibile l’inflazione del 2% della banca centrale. bersaglio.

I mercati finanziari sono alla ricerca di indizi su quando la BOJ si muoverà verso la normalizzazione della politica monetaria mettendo fine ai tassi negativi e abbandonando il suo programma di controllo della curva dei rendimenti che mantiene i costi di finanziamento a livelli molto bassi.

La BoJ attualmente fissa i tassi di interesse a breve termine a meno 0,1%, guidando i rendimenti dei titoli di stato giapponesi a 10 anni intorno allo zero%. Nel corso del precedente incontro politico di ottobre, il Policy Board ha mantenuto questo quadro generale, ma ha deciso di consentire ai rendimenti a 10 anni di salire al di sopra del limite precedentemente rigido dell’1,0%.

Il governatore Kazuo Ueda ha dichiarato in una sessione parlamentare prima dell'incontro politico finale del 2023 che il prossimo anno sarà "più difficile", spingendo gli operatori di mercato a interpretarlo come un segnale che la BOJ si sta dirigendo verso un'uscita prima del previsto, mandando in tilt lo yen. apprezzandosi rispetto al dollaro USA.

Con gli osservatori della BoJ che si aspettano che la banca centrale metta fine alla sua politica di tassi negativi nel 2024, l’attenzione si concentra su come vede la possibilità di raggiungere il suo obiettivo di inflazione in modo “stabile e sostenibile”, in un contesto di crescenti aspettative che le imprese, che hanno abbandonato la crescita costi per i consumatori, manterrà la tendenza al rialzo dei salari nelle trattative annuali con i sindacati della prossima primavera.

Lo yen si è ripreso moderatamente rispetto al dollaro, ma i costi di importazione per il Giappone, povero di risorse, rimangono gonfiati e l’inflazione relativamente alta. I prezzi al consumo core, esclusi gli alimenti freschi volatili, sono aumentati del 4,2% a gennaio, ma da allora hanno rallentato, con l’indicatore chiave dell’inflazione in aumento del 2,9% a ottobre, ancora al di sopra dell’obiettivo della BoJ.

La BoJ rimane un’eccezione tra le banche centrali delle principali economie, avendo respinto le aspettative di un immediato inasprimento monetario. Dopo una serie di rialzi dei tassi per frenare l’inflazione, la Federal Reserve americana sembra ora diretta ad abbassare i tassi di interesse il prossimo anno, mentre la Banca Centrale Europea e la Banca d’Inghilterra hanno rinviato i loro rialzi la scorsa settimana.