La Cina accetta di avviare le misure per riprendere le importazioni di prodotti ittici giapponesi: Tokyo
Il governo giapponese ha dichiarato venerdì che la Cina ha accettato di avviare le procedure per riprendere le importazioni di pesce giapponese, revocando il divieto imposto dopo il rilascio in mare di acque reflue radioattive trattate provenienti dalla centrale nucleare di Fukushima, ormai in panne.
Secondo fonti a conoscenza della questione, si prevede che le autorità cinesi pubblicheranno un avviso pubblico per allentare il divieto generale in vigore dall'agosto 2023 e che presto apriranno la registrazione per le strutture giapponesi che trasformano e conservano prodotti ittici.
Secondo le fonti, potrebbero volerci alcuni mesi prima che le spedizioni di pesce giapponese inizino ad arrivare in Cina, poiché il processo di registrazione deve essere completato e i prodotti devono superare i controlli di esclusione dall'elenco.
Tuttavia, le restrizioni sulle importazioni di cibo da 10 prefetture giapponesi, tra cui Fukushima, imposte dopo il terremoto e lo tsunami del marzo 2011 che hanno innescato il disastro nucleare, rimarranno in vigore, hanno affermato le fonti.
A settembre dell'anno scorso, i due governi hanno concordato di riprendere gradualmente il commercio di prodotti ittici a condizione che i paesi terzi monitorassero gli scarichi idrici della centrale nucleare. La Cina si era fortemente opposta all'uscita, citando i potenziali rischi per la salute umana e per l'ambiente.
In seguito all'accordo, la Cina ha raccolto campioni marini nei pressi della centrale di Fukushima, nell'ambito dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, e non ha riscontrato concentrazioni anomale di sostanze radioattive.
Il divieto imposto dalla Cina ai prodotti ittici giapponesi è una delle principali fonti di tensione tra i due vicini asiatici, che restano in disaccordo su questioni quali le dispute territoriali e le attività militari di Pechino.