L'assemblea municipale del Giappone approva la richiesta di indagine sul sito delle scorie nucleari

L'assemblea municipale del Giappone approva la richiesta di indagine sul sito delle scorie nucleari

L'assemblea di Tsushima, nel sud-ovest del Giappone, ha approvato martedì una richiesta che invita la città a condurre uno studio preliminare per valutare la sua idoneità ad ospitare un sito di stoccaggio sotterraneo per rifiuti altamente radioattivi.

Il sindaco di Tsushima, Naoki Hitakatsu, ha dichiarato che prenderà la decisione finale durante l'assemblea di settembre sull'opportunità o meno di autorizzare l'indagine, la prima parte di un processo in tre fasi che durerà circa 20 anni per selezionare un sito di stoccaggio permanente per i rifiuti derivanti dalla produzione di energia nucleare.

Se Tsushima decidesse di portare a termine l’indagine, richiesta da quattro associazioni edili locali, la città insulare nella prefettura di Nagasaki, alle prese con lo spopolamento e un’economia in rallentamento, riceverebbe fino a 2 miliardi di yen (13,6 milioni di dollari) di sussidi statali.

Nel 2020, due comuni dell’Hokkaido, nel nord del Giappone, Suttsu e Kamoenai, sono stati i primi ad approvare gli studi preliminari.

Ma le indagini in entrambi i comuni non sono state completate entro i due anni previsti e non è chiaro se uno dei due processi passerà alla seconda fase, poiché l’opposizione locale rimane forte.

Le indagini di prima fase, effettuate dalla Nuclear Waste Management Corporation, un ente quasi governativo di Tokyo, prevedono il controllo delle condizioni del suolo e dell'attività vulcanica sulla base di fonti geologiche pubblicate.

Il Giappone, come molti altri paesi dotati di centrali nucleari, ha difficoltà a trovare siti di stoccaggio permanenti.

I rifiuti altamente radioattivi prodotti durante l'estrazione dell'uranio e del plutonio dal combustibile esaurito devono essere immagazzinati nella roccia ad almeno 300 metri sotto terra per decine di migliaia di anni finché la radioattività non diminuisce a livelli che non rappresentano un pericolo per la salute umana o per l'ambiente.

Tsushima è stata identificata su una mappa dei potenziali siti di smaltimento pubblicata dal governo centrale nel 2017.

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