Il governo giapponese chiede agli operatori di combattere la disinformazione prima delle elezioni

Il governo giapponese chiede agli operatori di combattere la disinformazione prima delle elezioni

Venerdì il governo giapponese ha chiesto ai principali operatori di piattaforme di contribuire a contrastare i post dannosi sui social media, nel tentativo di prevenire la disinformazione e la diffamazione rivolte ai candidati in vista delle elezioni parlamentari nazionali del mese prossimo.

La richiesta del Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni è arrivata mentre sia il governo che l'opposizione sottolineavano la necessità di contrastare la disinformazione durante le elezioni, anche se non avevano ancora specificato quanto rigorosamente dovesse essere regolamentata la questione.

Il ministero ha chiesto a nove operatori, tra cui quelli di X, precedentemente noto come Twitter, e dell'app di messaggistica Line, di spiegare come inviare le richieste di rimozione di messaggi disinformativi o dannosi, come elaborarle rapidamente e quali sono i criteri utilizzati per stabilire se accoglierle.

In Giappone si terranno le elezioni per la Camera dei Consiglieri il 20 luglio; la campagna elettorale inizierà giovedì prossimo.

Le elezioni sono considerate una vittoria obbligata per il primo ministro Shigeru Ishiba, che guida un governo di minoranza, e si svolgono in un momento di frustrazione pubblica per l'inflazione radicata che ha afflitto le famiglie a causa del ritardo nella crescita dei salari.

Sette partiti politici, tra cui il Partito Liberal Democratico di Ishiba e il principale Partito Democratico Costituzionale del Giappone, hanno affermato in una dichiarazione congiunta che la diffusione di informazioni errate e disinformative "mina le elezioni libere e corrette", esortando gli operatori ad adottare misure per limitare i programmi che consentono ai fornitori di contenuti dannosi di trarre profitto.

"Chiediamo agli elettori di confermare la fonte e l'accuratezza delle informazioni diffuse in massa tramite i social media", hanno affermato i partiti.

In base a una legge rivista, entrata in vigore ad aprile, gli operatori possono rimuovere i post diffamatori se non vi sono obiezioni entro sette giorni dalla notifica ai titolari dell'account. Il termine è ridotto a due giorni per i post relativi alle elezioni.

Le piattaforme dei social media hanno permesso ai politici e ai loro partiti di far arrivare i loro messaggi agli elettori, ma possono anche essere utilizzate da malintenzionati, rendendo la diffusione di disinformazione e informazioni errate una preoccupazione crescente.

Tuttavia, l'ascesa dei social media ha presentato delle sfide mentre il governo cerca di bilanciare l'esigenza di regolamentazione con la garanzia costituzionale della libertà di parola.

"Vogliamo discutere la questione più attivamente in una sessione speciale questo autunno", ha affermato Hiroshi Ogushi, presidente del CDPJ, in una conferenza stampa congiunta con altri partiti.