Il governo ricorre in appello contro il rifiuto del passaporto di un giornalista giapponese
Mercoledì il governo giapponese ha presentato ricorso contro la sentenza di un tribunale distrettuale che ha dichiarato illegale non riemettere il passaporto del giornalista Jumpei Yasuda, tenuto prigioniero in Siria per più di tre anni nel mezzo della guerra civile.
Il 49enne giornalista di guerra indipendente ha intentato una causa presso il tribunale distrettuale di Tokyo nel 2020, chiedendo allo Stato di annullare la decisione di rifiutare il rilascio del suo passaporto sulla base del fatto che la decisione viola la libertà di viaggio internazionale garantita dallo stesso la costituzione.
Il 25 gennaio la corte ha stabilito che il rifiuto del governo di rilasciare il passaporto equivaleva ad una deviazione o ad un abuso della sua discrezionalità.
Yasuda, il cui passaporto è stato confiscato mentre era prigioniero da un gruppo militante in Siria, ha chiesto il rilascio nel gennaio 2019 dopo essere stato rilasciato ed è tornato in Giappone attraverso la Turchia nel 2018. Era entrato in Siria nel 2015 dalla Turchia per riferire sullo Stato islamico. gruppo di attivisti.
Ma il ministero degli Esteri giapponese ha respinto la sua richiesta nel luglio 2019, dato che al giornalista era stato vietato l'ingresso per cinque anni dalla Turchia dopo il suo rilascio.
La legge sui passaporti contiene una disposizione che consente al Ministero degli Affari Esteri di limitare il rilascio di documenti di viaggio se un paese di destinazione rifiuta l'ingresso a quella persona.
La corte, tuttavia, ha affermato che lo scopo di questa disposizione era quello di mantenere un rapporto di fiducia tra il Giappone e un paese che aveva imposto un divieto di ingresso, e ha concluso che la fiducia tra il Giappone e la Turchia non sarebbe stata compromessa anche se Yasuda si fosse recato in altri paesi. Paesi. rispetto alla Turchia e ai suoi vicini.
Pur riconoscendo l'illegittimità della decisione del ministero di negare il passaporto, la corte ha respinto la tesi di Yasuda secondo cui la disposizione stessa viola la Costituzione.
Mercoledì Yasuda ha anche presentato ricorso contro la decisione del tribunale distrettuale.