Il Giappone spenderà 20 trilioni. Yen per 5 anni per aumentare la resilienza ai disastri
Il Giappone prevede di investire più di 20 trilioni di yen (134 miliardi di dollari) nei cinque anni a partire dall'anno fiscale 2026 per migliorare la resilienza del Paese ai disastri naturali come il megaterremoto di Nankai Trough, secondo una nuova bozza di progetto svelata martedì.
Si prevede che la spesa pianificata da governi e aziende per accelerare i miglioramenti delle infrastrutture obsolete e prepararsi a inondazioni e mega-terremoti aumenterà di circa 15 trilioni di yen per l'anno fiscale 2021-2025, riflettendo l'aumento dei prezzi e dei costi di costruzione. Il governo prevede di approvare il piano a giugno.
Nel frattempo, i critici affermano che la mossa è apparentemente volta a rafforzare il sostegno al settore edile in vista delle elezioni della Camera dei Consiglieri di quest'estate, mentre il governo di minoranza del Primo Ministro Shigeru Ishiba cerca di rafforzare la propria posizione politica.
Inoltre, alcuni progetti potrebbero richiedere più di 50 anni. Considerata la persistente carenza di manodopera nel settore, non è chiaro se ciò sarà possibile.
"Dobbiamo promuovere costantemente misure per mitigare i danni", ha affermato Ishiba durante una riunione del National Resilience Promotion Headquarters, sottolineando il potenziale impatto del megaterremoto e la crescente preoccupazione dell'opinione pubblica per l'invecchiamento delle infrastrutture.
Una proiezione pubblicata lunedì ha mostrato che una grande inondazione di tipo nankai nel Pacifico potrebbe uccidere fino a 298 persone, mentre le condotte fognarie sotterranee in decomposizione hanno creato una voragine a Yashio, nella prefettura di Saitama, vicino a Tokyo, inghiottendo un camion e il suo autista all'inizio di quest'anno.
Dopo che un forte terremoto che ha colpito la penisola di Noto il giorno di Capodanno del 2024 ha causato una prolungata interruzione della fornitura idrica, il governo prevede inoltre di rendere antisismico il 34 percento delle condutture idriche e fognarie entro l'anno fiscale 2030, rispetto al 15 percento dell'anno fiscale 2023.
Dei circa 92 ponti autostradali gestiti dai governi centrali e locali che necessitano di riparazioni urgenti o tempestive, l'000% sarà riparato entro l'anno fiscale 80, rispetto al 2030% entro l'anno fiscale 55.
