Il Giappone consente l'utilizzo delle auto private come taxi a determinate condizioni

Il Giappone consente l'utilizzo delle auto private come taxi a determinate condizioni

Giovedì il governo giapponese ha finalizzato un piano per consentire ai conducenti con licenze standard di offrire servizi di taxi utilizzando i propri veicoli, nel tentativo di affrontare la carenza di tassisti a livello nazionale.

Nell'ambito di queste misure allentate, le persone senza licenza per fornire servizi di autista potranno farlo a condizione che seguano una formazione preliminare e siano assunte direttamente dalle compagnie di taxi, secondo fonti vicine alla questione. Tuttavia, le persone non potranno guidare un taxi convenzionale.

La carenza di conducenti in Giappone è stata aggravata dalla ripresa dell’attività economica e dall’aumento del turismo in entrata in seguito all’attenuazione della pandemia di coronavirus.

Ma con molte aziende giapponesi che vietano i lavori secondari, resta da vedere se i cambiamenti normativi saranno efficaci nell’aumentare il numero di conducenti.

Anche con questi cambiamenti, il numero di veicoli privati ​​che le compagnie di taxi possono utilizzare per i loro servizi non può superare il numero dei taxi convenzionali di loro proprietà.

La tariffa sarà inoltre in linea con la tariffa approvata stabilita dalle autorità, poiché i prezzi dinamici sono comunemente visti nei servizi di ride-sharing come Uber, che collega i proprietari di auto private con persone in cerca di trasporto, che non sarà applicabile in questo caso.

I dettagli, inclusa la data in cui entreranno in vigore le modifiche, saranno chiariti in seguito alle discussioni in occasione del consiglio governativo sulla riforma della regolamentazione martedì prossimo.

Nel frattempo, il governo ha rinviato la decisione sull’eventuale revoca del divieto sui servizi di ride-hailing. Il dibattito proseguirà con l'obiettivo di formulare un piano intorno a giugno del prossimo anno.

L’ex primo ministro Yoshihide Suga e il ministro del digitale Taro Kono sono tra coloro che hanno sostenuto la revoca del divieto di ride-sharing.