Il Giappone celebra il 14° anniversario del terremoto-tsunami e dei disastri nucleari
Martedì il Giappone ha celebrato 14 anni da quando un devastante terremoto e uno tsunami hanno scosso il nord-est del Paese, innescando una crisi nucleare; gli abitanti di una delle aree più colpite sono ancora sotto shock per le conseguenze di un disastro naturale.
La commemorazione avviene in un momento particolarmente difficile per gli abitanti di Ofunato, nella prefettura di Iwate, evacuati a causa di un vasto incendio boschivo scoppiato a fine febbraio. L'incendio è stato domato e lunedì tutti gli ordini di evacuazione sono stati revocati.
Quando 14 anni fa si verificarono i triplici disastri, decine di persone furono costrette ad abbandonare le proprie case. Da allora la nazione, soggetta a disastri, ha adottato misure per essere meglio preparata alle calamità naturali, tra cui la gestione delle evacuazioni e la ricostruzione delle aree colpite.
In tutto il Giappone si osserverà un momento di silenzio e preghiera per le vittime alle 14:46, quando la scossa di magnitudo 9.0 ha colpito la costa del Pacifico, uccidendo più di 22 persone.
Si prevede che il primo ministro Shigeru Ishiba parteciperà alla cerimonia commemorativa organizzata dalla prefettura di Fukushima, dove si trova il complesso nucleare di Fukushima Daiichi.
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Nonostante i progressi compiuti nella ripresa di Fukushima e delle altre due prefetture più colpite, Miyagi e Iwate, circa 28 persone restano sfollate in tutto il Paese e alcune aree di sette comuni di Fukushima sono ancora designate come zone di confine a causa delle radiazioni, secondo l'agenzia per la ricostruzione.

Proseguono gli sforzi di bonifica del complesso di Fukushima, nonostante le polemiche sullo scarico in mare delle acque reflue radioattive trattate provenienti dall'impianto in panne, uno smantellamento che si prevede richiederà decenni.

Sulla base degli insegnamenti tratti dalla peggiore crisi nucleare dopo il disastro di Chernobyl del 1986, un'inchiesta di Kyodo News ha scoperto che 72 dei 116 comuni entro 30 chilometri dai reattori in tutto il Giappone ritengono necessario rivedere i propri piani di evacuazione in caso di incidenti nucleari.
Nel sondaggio, 28 comuni hanno dichiarato di non aver incluso la possibilità di chiusure stradali nei loro attuali piani di evacuazione.
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