Il Giappone è al terzo posto tra i peggiori posti per le donne lavoratrici nella classifica internazionale del 3
Secondo l'indice 2024 stilato dalla rivista britannica The Economist e pubblicato sabato in occasione della Giornata internazionale della donna, per il secondo anno consecutivo il Giappone si è classificato al terzo posto tra i paesi sviluppati per quanto riguarda la percentuale di donne lavoratrici.
Sulla base dell'indice Glass Ceiling, che misura il ruolo e l'influenza delle donne nel mercato del lavoro in 29 dei 38 membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il Giappone si è classificato al 27° posto, seguito da Corea del Sud e Turchia.
Secondo il sondaggio annuale, al primo posto si è classificata la Svezia, seguita da Islanda, Finlandia e Norvegia.
Considerando le condizioni di lavoro delle donne in base a 10 parametri quali istruzione, divario di genere, congedo parentale retribuito e rappresentanza politica, i paesi nordici occupano le prime posizioni della classifica grazie alle loro politiche di parità e alle misure a sostegno dei genitori che lavorano.
La Nuova Zelanda è stata il "paese con i maggiori miglioramenti", salendo di otto posizioni e piazzandosi al quinto posto, accanto a Francia e Portogallo. La Gran Bretagna e il Canada si sono classificati al 14° posto, l'Italia al 16°, mentre gli Stati Uniti si sono classificati al 19°.
Dall'indagine è emerso che la rappresentanza complessiva delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende è salita al 33% dal 21% del 2016, con uomini e donne pressoché alla pari in Gran Bretagna, Francia e Nuova Zelanda per quanto riguarda le posizioni nei consigli di amministrazione delle aziende.
Nonostante un andamento positivo nell'istruzione, la partecipazione delle donne al mondo del lavoro è rimasta bassa, il che ha influito sulla progressione di carriera e sul divario retributivo di genere, come ha rilevato l'indagine. Gli stipendi medi delle donne erano inferiori dell'11,4% rispetto a quelli degli uomini, con un divario che si ampliava in paesi come il Giappone e l'Australia.
L'indagine ha rilevato che il tasso di rappresentanza femminile in politica era complessivamente superiore al 34%, con la Gran Bretagna che ha visto la quota femminile nei seggi parlamentari aumentare dal 35% al 41% dopo le elezioni generali dell'anno scorso.
Per quanto riguarda il Giappone, solo il 16% dei suoi legislatori sono donne, ma si tratta di "un record per il Paese", ha osservato l'indagine.
Per quanto riguarda il congedo parentale retribuito, Giappone e Corea del Sud "hanno le politiche sul congedo di paternità più generose nell'OCSE", fatta eccezione per "il fatto che pochi neo-padri scelgono di restare a casa".