Il Giappone rafforza il controllo sugli annunci sui social media in risposta alle truffe sugli investimenti
Martedì il governo giapponese ha deciso di invitare gli operatori dei social media a rafforzare il controllo degli annunci pubblicitari sulle loro piattaforme, a fronte di un numero crescente di falsi annunci di investimenti che utilizzano false sponsorizzazioni di celebrità.
La mossa fa parte della repressione del governo sull'ondata di truffe sui social media che sollecitano investimenti, con gli operatori esortati a creare linee guida per il controllo degli annunci pubblicitari e a divulgare tali criteri.
Tra una serie di misure non vincolanti, approvate da una riunione del Gabinetto dei ministri competenti, è stato chiesto agli operatori anche di sviluppare un processo più rigoroso per identificare coloro che inseriscono annunci pubblicitari e di rispondere rapidamente alle richieste di rimozione di annunci falsi.
Il primo ministro Fumio Kishida ha chiesto ai ministri presenti all’incontro di adottare “misure drastiche contro la pubblicità ingannevole”.
Il governo ha richiesto ad aziende, come Meta Platforms Inc. negli Stati Uniti, di assumere dipendenti che comprendano la lingua e la cultura giapponese per garantire un migliore processo di selezione per gli annunci sui social media.
Agli operatori dei social media è stato inoltre chiesto di nominare soggetti incaricati di rispondere alle richieste delle autorità investigative al fine di affrontare rapidamente eventuali potenziali casi di frode.
Le misure sono arrivate dopo che il miliardario giapponese Yusaku Maezawa, fondatore del rivenditore di moda online Zozo Inc., e l’imprenditore Takafumi Horie, hanno chiesto un’azione in aprile contro le truffe sui social media dopo che i loro nomi sono stati utilizzati senza la loro autorizzazione per sollecitare investimenti.
Secondo l’Agenzia nazionale di polizia, tra gennaio e aprile sono stati rilevati 2 casi di truffe sui social media in tutto il Paese, con un aumento di 508 rispetto all’anno precedente.
Anche l'importo di denaro frodato è salito a oltre 33,4 miliardi di yen (212 milioni di dollari), in aumento di 29,5 miliardi di yen rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, ha affermato l'agenzia.
Dai dati dell'agenzia è emerso che le vittime sono state prima contattate sui social network come Facebook e Instagram, dopodiché molte di loro sono state indirizzate all'app Line, uno strumento di comunicazione sociale popolare nel Paese giapponese, per discutere del trasferimento di denaro in una chat di gruppo.
Nell’ambito delle nuove misure gli operatori sono invitati in linea di principio a non dare il via libera agli annunci pubblicitari che indirizzano gli utenti verso applicazioni di comunicazione chiuse tramite chat di gruppo.