Un sondaggio mostra che i giapponesi sono vulnerabili alla disinformazione online: il governo

Un sondaggio mostra che i giapponesi sono vulnerabili alla disinformazione online: il governo

Secondo il primo sondaggio condotto martedì dal governo giapponese sulla consapevolezza pubblica della disinformazione, circa la metà degli intervistati ha creduto ad almeno uno dei 15 casi di fake news sui social media dopo averne visto o sentito parlare.

Poiché la diffusione di notizie, dati e commenti falsi sta diventando un problema serio, il governo è desideroso di accelerare gli sforzi per migliorare l'alfabetizzazione mediatica, poiché le persone sono spesso inclini a credere alle informazioni false presentate online. Tra gli intervistati, il 47,7% è stato tratto in inganno.

L'indagine, condotta dal Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni, ha esaminato false affermazioni, come l'idea che la massa di sardine o balene segnali un terremoto imminente o i risultati dell'attività sismica.

Una persona su quattro tra coloro che hanno ricevuto tali informazioni ha poi continuato a diffonderle raccontandole a familiari, amici o pubblicandole sui social media; il 27,1% ha affermato di aver trovato il contenuto "sorprendente" e oltre il 20% lo ha descritto come "interessante" o "utile per gli altri".

Il ministro degli Interni, Seiichiro Murakami, ha dichiarato ai giornalisti che il sondaggio "ha evidenziato l'importanza di misure volte a migliorare l'alfabetizzazione mediatica", esortando il suo ministero a essere scettici e a verificare la veridicità delle informazioni prima di diffonderle.

Gli ultimi risultati del sondaggio hanno mostrato che il 90% degli intervistati ha dichiarato di riconoscere la necessità di una maggiore alfabetizzazione mediatica e informativa, ma molti non hanno adottato alcuna misura per migliorare la propria comprensione.

Il sondaggio è stato condotto online tra marzo e aprile, coinvolgendo 2 persone di età pari o superiore a 820 anni in tutto il Paese.