Membri della rete criminale “Rufy” nuovamente incriminati per furto e omicidio
Quattro sospetti membri di un gruppo che ha organizzato truffe e furti con scasso in Giappone dalle Filippine hanno ricevuto martedì nuovi mandati di arresto con l'accusa di aver pianificato la rapina mortale nella casa di una donna di 90 anni all'inizio di quest'anno, hanno detto fonti investigative.
Kiyoto Imamura, 39 anni, avrebbe ordinato l'irruzione nella casa di Kinuyo Oshio a Komae, nella parte occidentale di Tokyo, a gennaio, insieme agli altri tre.
La polizia metropolitana ritiene che i quattro uomini abbiano coordinato la rapina da remoto tramite un'app di messaggistica crittografata mentre erano trattenuti in un centro di detenzione per immigrati a Manila. Sono stati deportati dalle Filippine al Giappone all'inizio di quest'anno.
Gli altri tre sono Yuki Watanabe, 39 anni, Toshiya Fujita, 39 anni, e Tomonobu Kojima, 45 anni, secondo le fonti.
Oshio è stato picchiato a morte e gli sono stati rubati tre orologi da polso di lusso il 19 gennaio. Altri quattro uomini sono stati arrestati a febbraio perché sospettati di aver commesso il crimine.
Ad agosto anche Imamura, Watanabe e Fujita hanno ricevuto nuovi mandati di arresto per presunta intenzione di commettere un furto in seguito al furto con scasso a Komae.
Imamura è stato incriminato per il suo presunto ruolo di primo piano in altri furti nelle prefetture di Kyoto e Chiba. Inizialmente era stato arrestato a febbraio con l'accusa di aver pianificato e coordinato una serie di truffe in tutto il Giappone.
Anche Watanabe, Fujita e Kojima sono stati oggetto di mandati di arresto con l'accusa di furto in relazione a truffe.
La polizia di Tokyo ha istituito un quartier generale investigativo congiunto con i dipartimenti di polizia prefettizi di Chiba, Kyoto, Hiroshima e Yamaguchi sui furti commessi dal gruppo.
La polizia ritiene che Imamura abbia utilizzato pseudonimi come "Rufy" per ordinare che venissero commessi crimini in Giappone, ma non nel caso del furto di Komae.
Gli autori dei furti sarebbero stati reclutati online per “yami baito”, che letteralmente significa “lavoro oscuro part-time”.