Più di 8.000 bambini stranieri rischiano di perdere l'istruzione
Secondo un'indagine del Ministero dell'Istruzione, in Giappone oltre 8.000 bambini stranieri in età da scuola primaria e secondaria non sono iscritti a scuola.
Questa cifra rappresenta il 5,2 percento di tutti i bambini stranieri residenti nel Paese.
Il sondaggio, condotto tramite i consigli scolastici locali e pubblicato il 2 ottobre, riflette i dati del 1° maggio dell'anno scorso.
Secondo il Registro di base dei residenti in Giappone, c'erano 163.358 bambini stranieri in età scolare, con un aumento di 12.663 rispetto all'anno precedente.
Di questi, 150.031 sono stati confermati iscritti a scuole, comprese quelle internazionali. Questa cifra rappresenta un aumento di 11.799 unità rispetto all'anno precedente.
Inoltre, 1.097 bambini non vanno a scuola, con un aumento di 127 rispetto all'anno precedente. Inoltre, non è stato possibile confermare la situazione di 7.335 bambini, nonostante le visite domiciliari e altri sforzi. Questo numero è in calo di 296 unità rispetto all'anno precedente.
Il Ministero ritiene che questi bambini potrebbero non frequentare alcuna scuola.
Nel complesso, il numero di bambini potenzialmente fuori dalla scuola rappresentava il 5,2% della popolazione straniera in età scolare, in leggero miglioramento rispetto al 5,7% dell'anno precedente.
Attualmente in Giappone non è obbligatorio per i bambini stranieri frequentare la scuola.
Tuttavia, il Ministero dell'Istruzione ha lanciato questa indagine nell'anno fiscale 2019, sottolineando la necessità di garantire opportunità educative a tutti i bambini. All'epoca, si stimava che oltre 19.000 bambini non ricevessero un'istruzione.
Sebbene negli ultimi anni il numero di residenti stranieri sia aumentato, il numero di bambini potenzialmente fuori dalla scuola si aggira intorno agli 8.000.
Un funzionario del ministero ha attribuito il calo a iniziative quali l'invio di guide per l'iscrizione scolastica basate sul registro di base dei residenti e la creazione di elenchi in base all'età scolare.
Tuttavia, la situazione attuale di un numero significativo di bambini rimane non confermata.
"Nelle aree con una forte concentrazione di popolazione straniera, i viaggi frequenti possono rendere difficile il monitoraggio", ha affermato il funzionario. "Ma ci auguriamo che gli sforzi per garantire la frequenza scolastica continuino a essere rafforzati".

