Quale religione è più presente in Giappone?

Il paesaggio religioso, un mosaico complesso

Nella terra del Sol Levante la spiritualità si presenta in molteplici correnti. Lungi dall'essere confinati in un'unica dottrina, i giapponesi navigano tra diverse spiritualità, influenzati dalla loro storia, dalla loro cultura e dal loro ambiente. Città vibranti e templi appartati, caratterizzati da una sottile armonia tra tradizione e modernità, riflettono perfettamente questa diversità. Ma allora, qual è la religione più presente in Giappone? Questa è una domanda che potrebbe sembrare semplice, eppure...

L'onnipresenza di uno shintoismo plurale

Innanzitutto è impossibile non menzionare lo shintoismo. Religione originaria del Giappone, occupa un posto predominante nella spiritualità del popolo giapponese e rimane saldamente ancorata al tessuto sociale nonostante la modernità galoppante. Attenzione però alla sua natura: lo Shintoismo non è una dottrina dogmatica ma un insieme di credenze e rituali politeistici legati alla natura e agli spiriti, o “kami”.

Se passeggi per le strade di Tokyo o Kyoto, ti imbatterai sicuramente in una miriade di santuari shintoisti. I torii, queste famose porte vermiglie, punteggiano il paesaggio urbano. Vero e proprio emblema dello Shintoismo, simboleggiano l'ingresso nel mondo sacro. Molti giapponesi, indipendentemente dal loro credo, si rivolgono a questa religione durante le celebrazioni o per eventi significativi, come lo "shichi-go-san", una cerimonia in onore dei bambini di 3, 5 e 7 anni.

Buddismo, la forza silenziosa della spiritualità giapponese

Tuttavia, accanto allo Shintoismo, anche il Buddismo è una forza silenziosa nella spiritualità giapponese. Importata dalla Cina nel VI secolo, questa religione conta milioni di seguaci e rimane strettamente intrecciata nella vita quotidiana del popolo giapponese. Ritroviamo la sua presenza in particolare durante i funerali, in gran parte dominati dal rito buddista.

Questa commistione di Shintoismo e Buddismo nella vita quotidiana dei giapponesi è talmente diffusa da avere addirittura un nome: “shinbutsu-shūgō”, letteralmente “fusione del dio e del Buddha”. Agli occhi di molti giapponesi, queste due religioni non sono contraddittorie ma complementari, e ciascuna risponde a preoccupazioni particolari.

Quando minorità non fa rima con insignificanza

Se lo shintoismo e il buddismo sembrano onnipresenti nel panorama religioso giapponese, una miriade di religioni minoritarie completano questo quadro. Cristianesimo, Islam, Confucianesimo, nuovi movimenti religiosi come la Soka Gakkai o la setta Aum... Il Giappone è un vero mosaico religioso dove il sacro assume mille e una sfaccettature.

Un paese di persone irreligiose?

Nonostante il peso del passato e l'onnipresenza di queste tradizioni, il Giappone di oggi è in preda ad una certa secolarizzazione. Molti giapponesi, senza disinteressarsi alle questioni spirituali, non affermano di appartenere ad alcuna religione particolare. Alcuni descrivono il Giappone come uno dei paesi meno religiosi al mondo. Eppure l’importanza dei riti e delle cerimonie indica che, qualunque sia il loro credo dichiarato, i giapponesi mantengono un legame incrollabile con la sfera spirituale.

In definitiva, determinare quale religione sia più presente in Giappone non è un compito facile. L’intreccio tra shintoismo e buddismo, unito a una moltitudine di credenze e filosofie minoritarie, forgia una spiritualità multipla e fluida. Tuttavia, lungi dal creare caos, queste correnti intrecciate dipingono il ritratto unico di un Giappone in cui la tradizione religiosa convive armoniosamente con la modernità.