“Sokushinbutsu”: ascetismo estremo e mummificazione per raggiungere il Nirvana
Le pratiche dei monaci Sokushinbutsu e le loro motivazioni
Sokushinbutsu è una modalità di ascetismo estremo praticata dai monaci buddisti giapponesi durante l'XI e il XII secolo. I monaci si preparavano alla morte iniziando un periodo di digiuno e astinenza e allontanandosi dalle ricchezze e dai possedimenti materiali. Una volta terminati questi preparativi, il monaco si mummì e si circondò con uno strato di terra per immolarsi in una tomba costruita per l'occasione. La tecnica di mummificazione era molto complessa e richiedeva molto tempo. Le motivazioni dei monaci Sokushinbutsu erano la ricerca della perfezione spirituale e il raggiungimento del Nirvana.
Tecniche di mummificazione e impatto sull'ambiente
La mummificazione del monaco Sokushinbutsu fu un processo molto complesso e laborioso che prevedeva l'utilizzo di numerosi ingredienti naturali. Questi ingredienti includevano erbe, resina, olio, foglie di cedro e terra. I monaci dovettero anche scavare una tomba per la loro cerimonia di sepoltura. Le tecniche di mummificazione utilizzate dai monaci Sokushinbutsu hanno avuto un impatto negativo sull'ambiente poiché hanno provocato la distruzione e il degrado del territorio e della flora.
Gli insegnamenti spirituali dietro la pratica del Sokushinbutsu
Praticando Sokushinbutsu, i monaci cercavano di raggiungere uno stato di perfetta serenità. I monaci credevano che la morte e la mummificazione fossero necessarie per raggiungere l'illuminazione spirituale e il Nirvana. Questa pratica era considerata una forma di sacrificio spirituale e di unione con l'universo. I monaci Sokushinbutsu credevano che questa pratica avrebbe permesso loro di raggiungere il Nirvana e che avrebbe garantito loro la libertà fisica e spirituale.