Sokushinbutsu: la mummificazione vivente dei monaci giapponesi
I. Cos'è il Sokushinbutsu?
Sokushinbutsu è una pratica religiosa giapponese che consiste nel mummificarsi volontariamente mentre si è in vita. Questa pratica si sviluppò durante l'XI secolo e conobbe un rinnovato interesse alla fine del XII secolo. Implica l’isolamento dagli altri e l’impegno in una pratica ascetica che alla fine porterà alla morte, ma non nel senso tradizionale.
II. Tecniche di mummificazione dal vivo
Le tecniche di mummificazione dal vivo sono molto rigorose. I monaci dovevano innanzitutto astenersi dal mangiare e dal bere qualsiasi cosa e dovevano privarsi anche del contatto fisico. Dovevano anche chiudersi in una stanza speciale, chiamata sokushinbutsu-zo, e morire lì dentro. Una volta morto, il corpo veniva poi trattato con sostanze chimiche, come cera d'api, olio di sesamo, paraffina ed erbe medicinali, per preservare il corpo e mantenerlo in una forma mummificata.
III. Le motivazioni dei monaci che praticano Sokushinbutsu
I monaci che praticavano Sokushinbutsu erano motivati dalla fede e dal desiderio di diventare Buddha viventi. Per loro era un modo per dimostrare la loro devozione alla fede e la loro determinazione a raggiungere il livello spirituale più alto possibile. Diversi monaci furono mummificati e i loro corpi sono ancora oggi conservati nei templi di tutto il Giappone.