Perché il Giappone si è unito alle potenze dell’Asse tripartito?

Perché il Giappone si è unito alle potenze dell’Asse tripartito?

Quando iniziò la seconda guerra mondiale nel 1939, il Giappone si trovò in una posizione difficile. Da un lato, ha legami di lunga data con la Germania e l’Italia, entrambi membri delle potenze dell’Asse. D’altro canto, i suoi rapporti con gli Stati Uniti erano sempre più tesi. Per mantenere la propria neutralità ed evitare di essere coinvolto nel conflitto, nel settembre 1940 il Giappone firmò il patto tripartito con Germania e Italia. Questo accordo impegnava il Giappone ad aiutare i suoi alleati se fossero stati attaccati da un paese che non fosse già in guerra con loro. .

Nel 1936 il Giappone militarista e la Germania nazista firmarono il Patto Anti-Comintern, al quale si unì l’Italia nel 1937. Uno dei periodi bui della la storia del Giappone poi inizia. Il patto sarebbe diventato un'alleanza militare nel 1939, con il Giappone che sperava, in seguito al patto tedesco-sovietico firmato lo stesso anno, di mantenere un mezzo d'azione contro la Germania. Diretto poi contro gli Stati Uniti, il patto non avrà alcuna applicazione reale in termini di coordinamento delle operazioni militari.

Per Tokyo, e in particolare per l'esercito, contrario in questo caso alla Marina che desiderava mantenere legami più stretti con la Gran Bretagna, tradizionale alleato del Giappone, il primo fattore è stato quello della Russia, con la quale il Giappone mantiene un'antica rivalità. Nel 1939, l'esercito giapponese di Kwangtung, presente nel Manciukuo e nel nord della Cina, lanciò un'offensiva contro le forze sovietico-mongole a Nomanhon, che si concluse con una schiacciante sconfitta per il Giappone.

Ansioso come Stalin di evitare una guerra su due fronti, il Giappone firmò un patto di non aggressione con l’URSS nel 1941, pochi mesi prima dell’attacco a Pearl Harbor (rispettato da Mosca fino all’indomani del bombardamento di Hiroshima), che riconosceva la rispettiva integrità territoriale del Manciukuo, controllato dal Giappone, e della Repubblica popolare mongola, controllata da Mosca.

Per Tokyo la motivazione principale era strategica, nel contesto dell'Estremo Oriente. D’altro canto, sul piano ideologico, se il Giappone condivideva con la Germania nazista e soprattutto con l’Italia fascista una concezione antidemocratica del potere, il fascino della violenza e la fantasia di un ritorno a un passato idealizzato, come altri movimenti fascisti in Francia o nella Cina del Kuomintang, il paese non ha mai aderito alle richieste tedesche di espulsione delle popolazioni ebraiche stabilite a Shanghai dall’inizio del XXe secolo.

Simbolo di questa divergenza fondamentale, Chiune Sugihara (1900-1986), console giapponese in Lituania, salvò diverse migliaia di ebrei rilasciando loro permessi di viaggio verso l'arcipelago.1.


1. Chiune Sugihara ottenne lo status di Giusto da Israele nel 1985.