Quali furono le conseguenze in Giappone dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki?

Quali furono le conseguenze in Giappone dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki?

I bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki sono tra gli eventi più devastanti della storia umana. Nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi ai bombardamenti, la popolazione giapponese dovette fare i conti con le conseguenze fisiche ed emotive degli attacchi.

Il Giappone è l'unico paese ad aver subito due bombardamenti atomici nel corso della sua storia storia, il 6 e 9 agosto 1945, a Hiroshima e Nagasaki. Il numero delle vittime sarebbe più di 200 secondo fonti americane. Dopo l’attacco a Pearl Harbor del 000 dicembre 7 e quasi quattro anni di conflitto particolarmente difficile e umiliante per la potenza americana, gli Stati Uniti decisero di utilizzare due versioni della bomba atomica, Little Boy e Fatman, operative da diverse settimane, per dimostrare la loro determinazione ad arrivare alla distruzione totale del Giappone.

Il bombardamento di Hiroshima – che rientra nella strategia americana di massicci bombardamenti destinati a terrorizzare le popolazioni civili come a Tokyo o Dresda – mirava a imporre una resa incondizionata rifiutata dalle fazioni più radicali dello stato maggiore giapponese dopo la conferenza di Potsdam1, senza aver ottenuto una previa garanzia sul mantenimento del sistema imperiale.

Le autorità giapponesi si arresero il 14 agosto 1945, dopo l’entrata in guerra dell’URSS, all’indomani del primo bombardamento atomico, con un discorso dell’imperatore Showa (Hiro-Hito) che invitava ad “accettare l’inaccettabile”, c’è cioè a dire sconfitta. Nel discorso si parla della “nuova arma particolarmente crudele” utilizzata dal nemico, che “minaccia la sopravvivenza del Giappone e dell'umanità”.

Nella psiche collettiva, la bomba atomica ha anche permesso al Giappone di essere sconfitto senza umiliazione e di rivendicare lo status di vittima che avrebbe facilitato il rovesciamento dell’alleanza con gli Stati Uniti dalla guerra di Corea (1950-1953). A settantacinque anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti atomici e il simbolo di Hiroshima, città martire – sviluppatosi nel contesto della Guerra Fredda e dei movimenti pacifisti sostenuti dall’URSS – continuano a pesare sulla vita politica giapponese .

Pertanto, qualsiasi revisione della Costituzione che vada nella direzione della “rimilitarizzazione” è oggetto di una significativa opposizione tra la popolazione. Soprattutto, sebbene il Giappone sia diventato – fino all’incidente di Fukushima – una grande potenza nucleare civile, il tabù sul nucleare militare e sulla deterrenza rimane molto forte. Dagli anni ’1960, il Giappone ha adottato tre principi “non nucleari” che gli vietano di “produrre, introdurre o possedere” armi nucleari.


1. La Conferenza di Potsdam si tenne dal 17 luglio al 2 agosto 1945.