Sacrifici finali: il codice d'onore dei samurai e il rituale della morte
I samurai, guerrieri giapponesi dell'era feudale, seguivano un rigido codice d'onore chiamato bushido. Secondo questo codice, l’idea della morte onorevole era profondamente radicata nella mentalità dei samurai. Consideravano la morte onorevole preferibile alla cattura o alla sconfitta che avrebbe potuto offuscare la loro reputazione e quella della loro famiglia.
C'erano diversi motivi per cui i samurai si suicidavano, tra cui:
Seppuku (hara-kiri): è una forma di suicidio rituale in cui il samurai infligge un taglio sull'addome con un così (una specie di pugnale). Veniva spesso praticato in caso di disgrazia, fallimento militare, disonore personale o per evitare la cattura da parte del nemico. Seppuku era considerato un atto di coraggio e lealtà verso il proprio signore, la propria famiglia e il proprio codice d'onore.
Dopo il seppuku, in cui un samurai si tagliava lo stomaco, era normale che un assistente, chiamato kaishakunin, decapitasse il samurai per abbreviare la sua sofferenza e assicurarsi una morte rapida e onorevole. Questa pratica era basata sulla compassione: il kaishakunin decapitava il samurai per risparmiargli un'agonia prolungata. Il Seppuku era una forma di suicidio che poteva portare a una morte lenta e dolorosa. La rapida decapitazione da parte del kaishakunin era vista come un atto di compassione verso il samurai.
Difendere l'onore: i guerrieri giapponesi attribuivano grande importanza all'onore personale e familiare. Se il loro onore veniva messo in discussione o la loro famiglia veniva disonorata, alcuni samurai sceglievano di suicidarsi per ripristinare l'onore perduto. Ciò potrebbe includere atti come l’autoimmolazione.
Evitare la cattura: i samurai spesso preferivano la morte alla cattura da parte del nemico. Essere catturati era considerato una vergogna e un disonore. Il suicidio ha permesso loro di mantenere la propria dignità e integrità fino alla fine.
È importante notare che non tutti i samurai si sono uccisi in questo modo. Il suicidio era praticato principalmente dai samurai di alto rango e dai membri della classe dirigente, poiché erano quelli che avevano più da perdere in termini di status e onore.
Va inoltre notato che la pratica del suicidio rituale si è evoluta nel tempo ed è stata regolamentata dalle autorità per prevenire gli abusi. Dal XVII secolo in poi, il seppuku era generalmente soggetto ad autorizzazione preventiva e doveva essere effettuato formalmente, in presenza di testimoni e secondo rigidi protocolli, ad esempio non dovevano essere in Armatura giapponese durante il rituale.
In breve, i samurai si uccidevano per preservare il proprio onore, evitare la cattura o ripristinare la propria reputazione e quella della propria famiglia. Questi atti erano conformi al loro codice d'onore, il bushido, ed erano considerati manifestazioni di coraggio e lealtà.