Donna sospesa per aver aiutato la figlia a nascondere la testa mozzata

Donna sospesa per aver aiutato la figlia a nascondere la testa mozzata

Mercoledì un tribunale giapponese ha condannato una donna a 14 mesi di carcere, con pena sospesa per tre anni, per aver aiutato la figlia a nascondere la testa di un uomo presumibilmente assassinato e decapitato a Sapporo nel 2023.

Hiroko Tamura, 62 anni, si è dichiarata non colpevole di aver aiutato a gettare il cadavere e di aver permesso alla figlia di filmare un atto di profanazione durante il processo presso il tribunale distrettuale di Sapporo. La figlia Runa è accusata di omicidio e di altre accuse per aver presumibilmente ucciso e decapitato l'uomo.

Nel pronunciare la sentenza, il giudice Shiro Watanabe ha affermato che il ruolo di Tamura non è stato insignificante, dato che si trovava in una posizione in cui avrebbe potuto fermare le azioni della figlia.

Ma il giudice ha condannato Tamura a una pena sospesa perché il suo coinvolgimento "si è limitato a permettere che la testa venisse nascosta dopo che era già stata riportata a casa".

Runa avrebbe accoltellato al collo l'uomo di 62 anni in un hotel nel quartiere dei divertimenti di Susukino tra il 1° e il 2 luglio 2023, per poi decapitarlo e portare la testa a casa in una valigia.

I pubblici ministeri hanno chiesto una condanna a 18 mesi di carcere per Tamura, sostenendo che la donna ha avuto un ruolo significativo nel crimine, avendo fornito un posto dove nascondere la testa e avendo incoraggiato la figlia a nasconderla e danneggiarla.

Secondo la sentenza, Tamura ha permesso a Runa di nascondere la testa della vittima nella loro casa tra il 3 e il 24 luglio e ha acconsentito che sua figlia filmasse un atto di profanazione, durante il quale ha ulteriormente danneggiato la testa.

L'avvocato difensore di Tamura aveva sostenuto che la donna non era legalmente responsabile delle azioni di Runa, affermando che lo smaltimento del corpo era stato completato quando la ragazza aveva riportato la testa a casa. Contro la decisione di mercoledì è stato presentato ricorso.

Il marito di Tamura, Osamu, uno psichiatra di 61 anni, è stato condannato a marzo a 16 mesi di carcere, con pena sospesa per quattro anni, per aver aiutato la figlia ad abbandonarla e a profanarne la testa.